gli assicurava il favor di Dio che certamente destina
Che debban l'armi tue con breve guerraVincer tutta la terra,
La qual, vinta, che sia, dall'Indo a Tile
Sarà solo un pastor, solo un ovile;
lo esortava a far fiorire di qua dall'Alpe la pace,
Mentre di là fiera discordia ognoraTiene in travaglio i popoli, che sono
Verso Dio divenuti aspidi e talpe.
Intanto lo sollecitava contro Ginevra, indarno difesa dal lago, dalla palude, dai fiumi, dalle mura:
E già veder il Rodano mi parePortar il sangue invece d'acque al mare.
Poveri vaticinj de' poeti! Invece, la notte 12 dicembre 1602, già ducento suoi uomini erano penetrati nella città, quando furono scoperti e trucidati; ed egli cacciato non riportò che la vergogna d'aver perfidiato, senza la giustificazione che suol dare la buona riuscita. Carlo tornossene collo scorno, e le canzoni popolari a lungo fecero risonare la sua vergogna, come un annuo digiuno e il canto del salmo 124 perpetuò la memoria dell'essere sfuggita la città al pericolo di diventare serva e cattolica.
Nel 1609 e nel 1611 Casa di Savoja rinnovò que' tentativi, sempre col pretesto di sostenere i pontefici, come altre volte pensò ingrandire col pretesto di abbatterli.
San Francesco di Sales vescovo d'Annecy avea più volte insistito sull'importanza di acquistare quella città, non però coll'armi, e la sua speranza di guadagnarla colla persuasione andò dispersa dacchè il Savojardo divenne esecrabile ai Ginevrini, che, coll'amor della patria, istillarono ai figliuoli l'odio pel duca non solo, ma per tutto ciò che fosse di Savoja.
Ginevra restò sempre la Roma degli Evangelici. La famiglia lucchese dei Turrettino ben ne meritò e diede molti uomini di Stato e scrittori. Tali Benedetto, autore di sermoni e dissertazioni teologiche (1631) e d'una storia della Riforma di Ginevra, rimasta manoscritta: suo figlio Francesco, scolaro di Gassendi e contato fra' più insigni di quella città, che scrisse, oltre il resto, Institutiones theologiæ elenchticæ (1687: Giovanni Alfonso suo figlio, più celebre degli altri (1671-1737). Accolto con onore ne' suoi viaggi, posto a Ginevra fra i pastori, poi in una cattedra di storia ecclesiastica, eretta apposta per esso, tenne corrispondenza estesissima per essere informato di quanto operavasi dai Protestanti, e cercava di mettere pace fra i dissidenti coll'indurli ad attenersi solo a certe credenze fondamentali, e tollerare parziali dissensi, può dirsi riformò un'altra volta Ginevra, cancellando quanto di passionato v'aveva in Calvino; per opera sua il concistoro de' pastori di Ginevra cessò di esigere che tutti i ministri sottoscrivessero il Consensus, formulario intorno alla predestinazione e alla grazia.
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