L'errore consistette non nell'emanciparsi dai vincoli curiali, bensì nell'istituire Chiese distinte, nazionali, foggiate secondo il bisogno civile. Era un frantendere la gran lite fra la Chiesa e lo Stato; tanto più che non trattavasi d'affrancar l'anima del cittadino, bensì di ridurlo più servo, retrocedendo fin al paganesimo.
Di primo acchito i principi s'accorsero qual partito potessero trarre dalla Riforma, concentrando in sè i poteri della Chiesa, e incamerandone i beni; fra i Luterani restò convenuto dover un paese avere la religione che volesse il principe; Grozio assegna come primario diritto maestatico l'imporla: in arbitrio est summi imperii quænam religio publice exerceatur; idque præcipuum inter majestatis jura ponunt omnes qui politica scripserunt. Ciò importa, secondo il Böhmer, il diritto di costituire i dottori, di prescrivere i riti, di riformar le cose sacre e la disciplina, di dirigere l'insegnamento e la predicazione, di usar nelle cose sacre la giurisdizione criminale e civile e penale, di decider le controversie religiose, di convocare i concilj, di designar le diocesi e le parrocchie. Tirannide la più completa se mai fosse stata applicata nella pienezza delle sue conclusioni e non ristretta dalle costituzioni scritte, alle quali fu duopo ricoverarsi dopo tolto quel supremo custode della verità, della giustizia, del diritto. Così alla monarchia cattolica del medioevo sostituivasi la monarchia politica moderna, coll'unità e universalità del pubblico potere.
Quel che i Protestanti avevano conseguito di colpo coll'aperta ribellione, i Cattolici s'ingegnarono ottenere con mezzi termini, accordando la coscienza coll'ambita onnipotenza. Principi che avevano declamato contro gli abusi non sapeano acconciarsi ai rimedj, e contro le decisioni tridentine accampavano le ragioni del principato: onde nuovi dissensi vennero a turbare il seno della Chiesa romana.
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