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      Il francese Dupleix, governatore di Pondichéry, fu il primo ad avvedersi ch'era quella una rapida via di conquista. Una mano francese sul campo d'Amboor, rovesciò morto dal suo elefante il vicerè del Deccan; il suo rivale vittorioso creò lo stesso Dupleix "nabob" del Carnatico, regione eguale in ampiezza alla Francia, e gli conferì il diritto di riscuotervi tutti i tributi. Il francese Bussy divenne arbitro alla corte del Nizam; viaggiava sopra un elefante fastosamente addobbato; accoglieva i principi indiani sotto ampia tenda accerchiata di guardie come una dimora di sultano; alimentava [814] le sue milizie col reddito di quattro provincie. Ma sotto il governo del vanitoso Lally tutto quell'improviso edificio si sfasciò. Lally richiamò Bussy dal Deccan; perdette in pochi mesi tutti i porti e le fortezze; e finalmente tornato in Francia, espiò li errori suoi sotto la scure del carnefice (1761). Restarono però ancora sparsi per la penisola varii conduttieri francesi, fra i quali Boigne presso i Maratti, Raymond presso il Nizam; e Perron potentissimo presso lo stesso Gran Mogolo, che gli diede in feudale assegno tutta la regione fra il Gange e la Jumna. Ma quei venturieri non erano collegati fra loro da una mano di ferro, come i satelliti della Compagnia inglese.
      Tutta la conquista britannica fu l'opera di soli ottantotto anni (19). Essa cominciò il 20 dicembre 1757 colla cessione del circondario di Calcutta (i 24 "pergunnahs"). Il primo conquistatore fu Clive, fattosi soldato volontario da scrivano ch'egli era alla sua venuta.


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Dell'India antica e moderna
di Carlo Cattaneo
pagine 63

   





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