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      Ma questi scrittori, fra i quali Amedeo Thierry, non conoscèvano quella radicale differenza di dialetti che distingue l'Umbria Tiberina dalla Marìtima; nella quale soltanto, e per posteriore influenza dei Senoni, rimàsero vestigia di Celti. Onde se uno scrittore antico, ripetuto poi da tutti, li disse propàgine di Galli, dinotò forse solo il nesso loro coi pòpoli dell'alta Italia.
      Ma i VENETI approdati dall'Asia si èrano annidati nei porti della Laguna. Avèvano lingua propria (sermone diverso utentes. Polyb.); e questa, nel trasmutarsi in dialetto latino, conservò quella mìnima varietà e somma dolcezza d'articolazioni, per cui fa quasi un'isola linguistica fra gli aspri dialetti che si pàrlano lungo il semicerchio delle Alpi. Il che palesa assurda l'opinione che i Vèneti fòssero un ramo divelto dall'àrbore slavo (ein abgerissener Zweig der grossen Volkstammes der Slawen. Mannert); poichè la stirpe slava, al contrario, spiega in tutte le sue favelle la màssima attitùdine a moltiplicare e variare i suoi orali, sicchè si potrebbe ben appellarla, fra tutte, la nazione pronunciatrice.
      Una colonia orientale, sotto il nome di PELASGHI approdata alle foci del Po, vi aveva fondato Spina; poi si era insinuata fra gli Umbri; e quindi per tutta l'Italia meridionale, propagando istituzioni religiose e civili, e stringendo forse quel nesso linguistico che congiunge il latino al greco, ed entrambo alle riposte orìgini indo-perse.
     
     
      IX.
     
      Gli ETRUSCHI, le cui memorie cominciàvano milleducento anni avanti l'era nostra, si dicèvano venuti dalla Lidia; ma Dionisio, nato in quelle parti, li giudicò diversi da qualunque altra gente per lingua e costume.


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Notizie naturali e civili su la Lombardia
di Carlo Cattaneo
1844 pagine 107

   





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