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      E questa, che è pure l’opinione di Antonio Benci,5 ci pare la sola spiegazione ragionevole di quel ricordo.
      E i predetti documenti avvalorano di tanto questa congettura, che ormai per noi è chiaro che il Cennini compose il suo libro non nel 1437, ma molti anni più avanti, ed anzi quando dimorava in Padova, siccome con altre ragioni filologiche confermeremo, dove si parlerà del suo Trattato.
      Dicemmo qui sopra che il Cennini potè recarsi a Padova quando era ancor giovane; e tessiamo così la nostra congettura, ricomponendo le date croniche in modo diverso dal Tambroni. Egli si confessa discepolo d’Agnolo Gaddi, e informato da lui all’arte della pittura per dodici anni.6 Il Gaddi morì nella metà d’ottobre del 1396.7 Mettiamo che i dodici anni che Cennino stette sotto la disciplina d’Agnolo, fossero gli ultimi della vita di questo maestro; e così che Cennino si fosse posto al pittore sotto di lui nel 1384; quando cioè aveva presso a dodici anni d’età; ne seguirebbe ch’egli, nato circa al 1372, fosse ne’ suoi ventiquattro alla morte del maestro. Dopo il qual tempo, o condottovi da Bonifazio Lupi, o chiamato dal Carrarese, poniamo che egli andasse a Padova; e di più ch’egli chiudesse i suoi giorni in questa città, non avendo trovato di lui memoria di sorta, che a ciò contraddica.
      Ma perchè l’Archivio di Padova fatalmente fu distrutto da un incendio nel 1420, ci è tolto di potere dare a queste conghietture quell’aiuto che apportano le scritture e le testimonianze antiche, le quali sogliono d’ordinario non solo farle probabili, ma talora mutarle in fatti veri ed accertati.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275

   





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