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      Questa è la prima parola che i ragazzini educati debbono avere sul labbro svegliandosi; e, possono crederlo senza vanità, pronunciata da loro riesce veramente di buon augurio pel cuore dei loro parenti. Così pure avanti di andare a tavola debbono augurare a tutta la famiglia il buon appetito; avanti di coricarsi la buona notte.
      Queste cose sono già abbastanza elementari, nevvero? Eppure io so di signorini, fino ad un certo punto educati, che non commetterebbero mai nessuna delle sconcezze accennate ne' primi consigli di Melchiorre Gioia, che si dànno l'aria di personcine importanti, che salutano que' di fuori e fanno de' complimenti per sentirsi dire: Che ragazzi gentili! e poi in casa si svegliano domandando ad alta voce la colazione, o magari facendo il broncio e piagnucolando: siedono a tavola prima de' loro genitori; la sera si fanno dire dalla mamma di dare la buona notte al babbo; e, quando escono a passeggio, hanno bisogno che la bambinaia, la quale, poveretta, non ha avuta educazione, li avverta di salutare le persone della famiglia che rimangono in casa.
      Così, dunque, mi hanno intesa, signorini? Tutti i complimenti che si fanno cogli estranei, li debbono prima di tutto praticare nella loro casa, colla loro famiglia.
      Questo per la vita di tutti i giorni; ma vi sono giorni diversi degli altri; giorni solenni. Il Natale, il Capo d'anno, gli onomastici, i natalizi di famiglia. È allora che i ragazzi educati debbono dar prova di vera gentilezza.
      Quando si tratta di festeggiare il babbo, è la mamma che consiglia i bambini, e loro non hanno che a lasciarsi dirigere.


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La gente per bene
di Marchesa Colombi
Editore Galli
1893 pagine 196

   





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