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      L'UOMO E LE SCIMIE. LEZIONE PUBBLICA DETTA IN TORINO LA SERA DELL'11 GENNAIO 1864 DA F. DE FILIPPI.
     
      Immerfort wierderholte Phrasen sich zuletzt zur Ueberzeugung verknöcherten, und die Organe des Anschauens völlig verstumpften.
      GOETHE.
     
      La infinitamente bella e grande varietà di forme di piante e di animali che popolano ora la superficie della terra, non è apparsa tutta insieme d'un sol getto, ma è stata preceduta da una successione di altre forme diverse, di altri mondi di viventi, che hanno lasciate, a documento della loro passata esistenza, spoglie più o meno complete negli strati della corteccia terrestre.
      Serviamoci pure di una locuzione assai usata; parliamo pure ancora di epoche della natura. Quando, con quella potenza che solo è data alla mente umana, si facciano rivivere le generazioni passate, e si contemplino nel loro ordine cronologico, si è colpiti da questi due fatti: che ogni grande epoca della storia fisica del nostro globo è distinta da un complesso di forme organiche sue proprie; che grandissima è la differenza fra le piante e gli animali delle prime epoche della creazione, in confronto delle forme ora esistenti; ma che, procedendo regolarmente da quelle più lontane epoche, siffatte differenze andarono mano mano scemando verso l'epoca attuale che ha per suo proprio distintivo la presenza dell'uomo.
      Questi sono risultati puri e semplici dell'osservazione. Quale uso ne faremo noi? Quale sarà il senso di queste pagine del gran libro della creazione? Qui non v'è a scegliere che fra due ipotesi, che avremo il coraggio di chiamar teorie.


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L'uomo e le scimie
di Filippo De Filippi
1864, pagine 53

   





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