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      Naturalmente i Tedeschi accoglievano con favore questa tragedia, perché scostavasi dalla scuola francese e italiana e si accostava alla tedesca e all'inglese. Gl'Italiani e i Francesi non potevano accettare un meccanismo che era la negazione di Racine, di Corneille, di Molière.
      In Francia Manzoni rimase sino al 1820, era a Parigi quando comparve il Conte di Carmagnola, vi aveva amici e seguaci. Vi dirò della lotta che questa tragedia fe' scoppiare in Italia quando parlerò dei romantici e de' classici.
      In Francia il Conte di Carmagnola fu male accolto; i critici che se ne occuparono, come Raynouard, Chauvet - che fece una lunga dissertazione per provare che il meccanismo di Manzoni conduceva alla inverosimiglianza, era la negazione dell'interesse drammatico - celebravano il meccanismo tragico della scuola francese. Manzoni, prima di lasciar Parigi, dette una lettera manoscritta a Fauriel con la facoltà di farne quel che gli sarebbe piaciuto. Fauriel la pubblicò per le stampe, e a questa benevola indiscrezione di lui dobbiamo la celebre Lettera intorno all'unità di tempo e di luogo.
      In essa Manzoni risponde allo Chauvet e cerca confutarne ad una ad una le obbiezioni, e siccome ora per giudicare di un lavoro dobbiamo fermarci anche sulle teoriche, e la questione delle tre unità ci viene spesso innanzi, ed ha relazione co' criteri sull'arte esposti nella passata lezione, così è necessario fermarci su queste due lettere per cavarne un resultato fisso, delle norme che ci guidino ne' nostri giudizii.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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