Pagina (406/420)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Napoleone nelle battaglie è stato cantato da Vincenzo Monti nel Bardo della Selva Nera. Ma quali canti ponno compararsi a' sei versi di Manzoni? Dapprima vi espone l'infinito dello spazio percorso da Napoleone, l'infinito matematico; vi sforza a percorrere rapidamente lo spazio che passa tra due punti lontanissimi; poi getta in mezzo a questo sublime matematico il sublime dinamico. - Percorse questi spazii con tanta celerità che fu rapido come il lampo, veemente come il fulmine - . Vi aggiunge il sublime morale. Napoleone rimane «securo», con quella tranquillità con cui voleva esser dipinto sopra un cavallo sfrenato, e v'è tale un impeto di ritmo, che precipitate recitando fino alla fine. Per quanta immaginazione abbiate, dovete esser soggiogato.
      Mentre siete stordito, supponete che il poeta vi prenda pel braccio con una brusca interrogazione: - «Fu vera gloria?» - , che giunge improvvisa come il fulmine di Napoleone; che vi obbliga a pensare, sembrando impossibile che la verità di questa gloria possa esser revocata in dubbio. Ma non fa il pedante, come Lamartine che fa in un'ode un processo criminale a Napoleone per aver ucciso il duca d'Enghienna. Manzoni è poeta perché vi lascia nel dubbio:
     
      Fu vera gloria? Ai posteriL'ardua sentenza: nui
      Chiniam la fronte al Massimo
      Fattor, che volle in luiDel creator suo spirito
      Più vasta orma stampar.
     
      Napoleone morale sparisce, e rimane la grandezza incontestata del genio.
      Succede il Napoleone intimo: il poeta gli scende al cuore. Che pensava? che ambiva? che bramava?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





Vincenzo Monti Bardo Selva Nera Manzoni Napoleone Napoleone Lamartine Napoleone Enghienna Massimo Napoleone