E tutto impresi contro lui. Pur, quandoTornò vana ogni prova, essendo il loco
Mal noto ove il fellon si gía celando,
Velai di calma il mio furor per poco.
Come Bruto che si finge pazzo, questa donna mostrasi calma, attendendo l'occasione. Un giorno il figlio dell'uccisore si presenta in casa di lei, tende la mano d'amico, ed ella stringe quella mano, pur dicendo in cuor suo: ecco il momento:
Gli distesi la man di pace in segno.
I miei figli seguir l'esempio mio,
E tal parlai con lingua menzogneraChe a la fin come amico ei si partio.
Partito colui, è l'istante infernale di chi desidera vendicarsi. È una di quelle terribili situazioni drammatiche, che fanno tanta impressione rappresentate da Shakespeare. Sul volto di quella donna, che vede giunta l'occasione per tanti anni attesa, si pinge un riso satanico, c'è dell'Oreste, della Medea.
Ma l'autore dice:
Pari a l'offesa la vendetta sia;
De l'ucciso il figliuol quindi al figliuoloDe l'uccisor merita morte or dia.
Sembra un giudice che pronunzia una sentenza, c'è una forma sillogistica come di uno che vada trovando rapporti fra varie idee, non l'indefinito sentimento di chi si trova in quella situazione.
E tutto è su questo tenore, e come è trattato l'uomo, cosí la natura. C'è una natura classica ed una natura romantica, la seconda col suo indefinito, co' colori ondeggianti, la prima fissata come marmo, chiara, precisa ne' lineamenti e ne' colori. Ebbene! L'eremita dice alla donna: ti lascio, cerca pentirti, Dio avrá pietá di te. Ed ella rimane e piange e prega.
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