Se ricordate la preghiera di Margherita, comprenderete che stupenda situazione sarebbe questa nelle mani di un artista. Qui non abbiamo altro che un fraseggio elegante:
La pentita gridava al ciel mercede,
E le sue voci a la Bontá divinaVolavano su l'ali de la fede.
Intanto, sorge l'alba. Sorge su monti selvosi, rischiara a poco a poco una campagna deserta. Che magnifico soggetto, se l'autore sapesse trovare un rapporto tra quella donna che piange e quello spettacolo; perché se non mettete la natura in rapporto con l'uomo, se cosí non la spiritualizzate, essa č cosa da naturalista, non da poeta:
Apparsa intanto fuor de la marinaAnnunziava il sol che fea ritorno
Tremolando la stella mattutina.
E i fior, che schiudeano al nuovo giornoIl molle grembo, di soavi odori
Vaporavan la selva intorno intorno.
Il monte si vestia de gli splendoriAntelucani, ed era ancor la valle
Caliginosa per notturni orrori.
Questa descrizione č fissata lí in mezzo, senza relazione né
con la donna né con l'eremita che comparisce in quel punto:
Per clivo non segnato d'alcun calleColei riedere alfine il vecchio scorse.
Ci fossero almeno le tinte locali, e quei colori calabresi che sentite tanto nel Mauro e vi mostrano ciň che prova un calabrese innanzi a quella natura. Non altro che reminiscenze di Dante e frasi classiche.
Pur č in questo lavoro una cert'aura di gioventú che aiuta l'autore a dare qua e lá vivacitá ai suoi versi, i quali del resto sono assai ben fatti.
Quando il Campagna venne in Napoli, che diventň il suo classicismo?
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