Il contrario è di Demostene. Tutto ciò è detto in bellissimi versi da Niccola Sole:
Discoperta splendeL'arte di Tullio, e sé medesma esalta
D'attiche grazie circonfusa: in vasteDolcissime volute ondeggia e inoltra
Bland?ente ed obliqua.....
.....a volta a voltaIl sorriso e il sospir scoppiano in vaghe
Sfavillanti faville, e la sottileDisperante ironia leggiadramente
Su que' periodi trab?ati aleggia:
Ma raro arde l'affetto in quel diffusoUniforme seren, raro o non mai,
Nel sublime ti avvieni: ella somiglia,
L'arte di Tullio, a la ricolma lunaChe d'armonica luce empie le valli,
I mari e il cielo.
Bei versi, ripeto, armonici; colori eletti; ma forma non abbastanza riscaldata dal sentimento.
Nella canzone in morte di Alessandrio Poerio è il caso di vedere fino a qual punto vibrasse nel cuore del Sole la corda patriottica. Alessandro Poerio morí ucciso da una palla tedesca a Mestre, difendendo Venezia. Giunta la nuova in Napoli, tutti si commossero: napoletano, era amato e stimato da tutti, onorato come poeta; da poco era tornato dall'esilio. Si aprí una sottoscrizione per innalzargli una tomba a Mestre e in quell'occasione, Niccola Sole scrisse la canzone. Lascio stare il principio con quelle generalitá filosofiche del dovere di elevare tombe agli estinti, con le reminiscenze di Foscolo e di altri poeti, anche greci. C'è un contenuto, un nobile contenuto. Il poeta ha l'aria di dire: A che poesie, musica, maledizioni ai tedeschi? Se volete onorare Poerio, invece di lasciare Venezia sola, correte a difenderla: la canzone finisce con una personificazione, Poerio parla ai suoi concittadini e li esorta a sostenere Venezia.
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