Sente egli tutto questo? In una poesia non si tratta di vedere quanto c'è di vero e quanto di falso, ma quello che è sentito e quello che no, e se c'è sentimento è vera poesia.
Volendo mettere d'accordo la Bibbia ed il progresso, dice che l'uomo essendo stato redento, non è peccato quel che fu dichiarato tale in Adamo e nel Prometeo mitologico. Dio non proibisce piú gustare il frutto dell'albero del bene e del male, l'avvoltoio non rode piú le viscere di Prometeo. Il progresso della scienza, lo sviluppo delle forze interne dell'uomo, mostrano che egli è redento e si avvicina a Dio; il dolore stesso è l'aspirazione di chi si sente pellegrino quaggiú e vorrebbe raggiungere l'infinito. Il dolore
È l'ombra antelucana, è la fecondaNecessitá che gli esuli affatica
Ai dolci soli de la patria sponda:
È il gran sospiro, è la mestizia anticaDel finito anelante a l'infinito,
È l'elegia de' generosi amica:
È l'ansia de l'Amor che va smarrito,
E al mare de l'amor volge il cammino,
Come fiumana per dirotto lito!
Oh venga il regno de l'amor, divinoPadre d'amore! Oh le disperse tende
Ne' suoi campi riponga il pellegrino!
Se questi non fossero versi isolati, se divenissero il sostrato della poesia, e l'autore sentisse veramente ciò che esprime in essi, ne sarebbe venuta una poesia nuova, originale. Ma que' versi sono semplice macchina. L'autore ha preso dalla scuola lombarda solo i colori, parla di angeli, di cielo, di Cristo, di pellegrinaggio in terra, come di Venere, di Cupido, di Apollo, semplici ornamenti.
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