Tanto gentil e tanto onesta pareLa donna mia quand'ella altrui saluta...
E poi che egli perde la sua donna, sentite lá entro la trafittura della perdita che penetra nella fantasia del poeta e ne cava suoni di dolore. Rammentate quei versi:
... Morte, assai dolce ti tegno:
Tu dči omai esser cosa gentile,
Poi che tu sei nella mia donna stata.
Questa specie di poesia ha, dunque, per fondamento una realtá che vi s'impone con tutt'i suoi particolari. Chi vuol comprendere le liriche del 21, metta Berchet nelle condizioni di allora.
Il tempo, come si dice, lenisce i piú grandi dolori, ed il tempo trasforma quella realtá circondata da tanti accidenti, in qualcosa che parla alla fantasia. La stessa immagine della persona perduta vi apparisce oramai in qualche segno; - la stessa Beatrice talvolta si ripresenta al poeta in un sorriso. Quel ch'č di fisso nella realtá, comincia a scomparire, e la donna amata, lentamente diventa un'ombra, un fantasma che si confonde con le altre ombre e gli altri fantasmi della vita; e se per voi era un ideale, era, poniamo, ispiratore di un amore che vi nobilitava, ora si confonde con altri ideali. In questi casi, chi non ha la forza di sopravvivere al suo ideale č dannato a perire, ma chi l'ha codesta forza, a poco a poco riacquista la libertá dello spirito. Quindi al sentimento succede l'immaginazione, ed allora, solo allora, potete lavorare su quella creatura, farne quasi il vostro faro luminoso, l'ideale di tutta la vostra vita.
Ora capite che cosa sia la Beatrice, su cui tanto hanno chiacchierato i comentatori, vedendo in lei chi la teologia, chi la filosofia e chi altro ancora.
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Berchet Beatrice Beatrice
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