Chi è fuggito dal carcere forzando la porta; un altro è guarito dalla febbre con disappunto del medico; a uno la bevanda velenosa non è stata letale, perché, sciogliendogli il corpo, gli è servita da medicina, con scarsa soddisfazione della moglie che si era data da fare per niente. Un uomo, pur essendoglisi rovesciato il carro, ha riportato sani e salvi i cavalli. Un altro ancora, rimasto sotto le macerie, è sopravvissuto; uno, infine, colto sul fatto da un marito, è riuscito a svignarsela.
Nessuno che renda grazie per essere stato guarito dalla pazzia. Gran bella cosa mancare di senno, se i mortali tutto deprecano, fuori che la follia. Ma perché poi mi vado a cacciare in questo mare di superstizioni? "Cento lingue, cento bocche, un'ugola di ferro, non mi basterebbero a enumerare tutte le varietà di pazzi, a elencare tutte le forme di follia." (Virgilio, "Eneide"). A tal punto la cristianità intera trabocca di vaneggiamenti del genere; e i sacerdoti stessi sono pronti ad ammetterle e incoraggiarle, non ignorando il guadagno che di solito ne viene. Se però nel frattempo qualche odioso saggio si levasse a dire le cose come stanno - "morirai bene, se bene hai vissuto; laverai i tuoi peccati, se all'offerta di una moneta aggiungerai il pentimento con lacrime, veglie, preghiere, digiuni, e un radicale cambiamento di vita; avrai la protezione di questo Santo, se ne imiterai la vita" -; se quel saggio si mettesse a ripetere queste cose ed altre del genere, vedresti in quale sgomento farebbe precipitare le anime dei mortali, prima così colme di letizia!
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Virgilio Santo
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