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      Malgrado le mistiche e politiche allegorie che l'antica metafisica e la moderna erudizione fabbricarono sopra questi due nomi, la popolare distinzione è costantemente avvalorata da' poeti, allorchè descrivono i costumi de' loro tempi e il culto delle due dive(1). Mentre virtuose donne vivevano in sì stretto ritiro da non comparir mai a' banchetti, e occupavano stanze appartate da quelle degli uomini; artisti, poeti, filosofi, magistrati, sacerdoti e tutto il bel mondo teneva le sue adunanze nelle case di donne che facevano aperto traffico delle bellezze loro, e prestavano le loro persone a modello delle statue, delle quali i templi della Grecia venivano adornandosi. Ognuno sa come Aspasia, che governò Pericle ed educò Alcibiade, fosse sacerdotessa della Venere Terrestre. Queste donne seppero far tanto da porsi esse pure sotto il patrocinio della Venere Celeste, col propagare la credenza che fossero di un solo amante, e che i sentimenti da esse inspirati a tutti gli altri fossero virtuosi; e tornò in politico acconcio de' loro stessi ammiratori il diffondere accortamente sì fatta opinione fra il popolo. Platone pose in bocca di Socrate ogni sottigliezza di raziocinii, a provare la possibilità di essere devoti a donna galante senza bramarne i favori(2).
      II. Possiamo nondimeno con probabilità tenere per apocrifo quanto Platone fa dire al suo maestro, ovunque le cose stesse non sieno confermate da Senofonte. Ciascuno di questi due grandi scrittori, la cui rivalità giugne presso alla nimicizia, compose un trattato col titolo di Banchetto, in cui Socrate è fatto parlare d'Amore.


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Saggi sopra il Petrarca
di Ugo Foscolo
Carabba Editore Lanciano
1928 pagine 139

   





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