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      Checchè si vedesse o udisse in tali parosismi d'angosce, egli ne provava "tormenti d'inferno." A poco a poco trovò diletto nel pascersi de' suoi affanni, e si rassegnò pel resto de' suoi dì a que' vaneggiamenti che assediano le menti fervide e le traggono a perpetui rammarichi sul tempo andato, e a pentimenti perpetui; a stancarsi pur sempre del presente, e a sperare alternamente o a paventar troppo il futuro. Quattro anni prima di morire, il Petrarca fabbricò nuova casa in Arquà, vicino a Padova; e il diciottesimo giorno di luglio 1374, l'antivigilia del settantesimo anniversario di sua nascita, fu trovato morto nella sua libreria col capo reclinato sopra un libro.
      PARALLELOFRA DANTE E IL PETRARCA
     
      L'un disposto a patire e l'altro a fare.
      DANTE, Purg., XXV.
     
      I. Nel secolo di Leone X una erudizione strabocchevole recò i raffinamenti della critica tant'oltre da preferire per sino la eleganza del gusto agli ardimenti del genio. Così le leggi della lingua italiana vennero desunte, e i modelli della poesia trascelti esclusivamente dall'opere del Petrarca; il quale proclamato allora da più di Dante, la sentenza durò fino a' dì nostri indisputata. Lo stesso Petrarca non facendo divario da Dante ad altri dalla propria fama ecclissati, così li mesce:
     
      Ma ben ti prego che 'n la terza speraGuitton saluti e messer Cino e Dante,
      Franceschin nostro, e tutta quella schiera.
      Sonetto 247.
     
      Così or quinci or quindi rimirando,
      Vidi in una fiorita e verde piaggiaGente che d'amor givan ragionando.
      Ecco Dante e Beatrice; ecco Selvaggia;


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Saggi sopra il Petrarca
di Ugo Foscolo
Carabba Editore Lanciano
1928 pagine 139

   





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