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      Gli osserva nella gioventù, nella virilità e nella vecchiezza. Trae in iscena insieme ambo i sessi, tutte le religioni, tutte le occupazioni di nazioni ed età diverse; pure non piglia mai gli uomini in massa, - ma sempre li rappresenta come individui; parla a ciascuno di essi, ne studia le parole, e osserva attentamente i loro contegni. - "Trovai ", dic'egli nella lettera a Can della Scala, "l'esempio del mio Inferno nella terra che abitiamo." Nel descrivere i regni della morte, cerca ogni opportunità per riportarci indietro alle faccende e affezioni del mondo vivente. Vedendo il sole che sta per abbandonare il nostro emisfero, esce in que' versi:
     
      Era già l'ora che volge 'l disioA' naviganti, e 'ntenerisce 'l core
      Lo dì, c'han detto a' dolci amici, addio;
      E che lo nuovo peregrin d'amorePunge, se ode squilla di lontano
      Che paja 'l giorno pianger, che si more.
     
      Avvi un passo a questo somigliantissimo in Apollonio Rodio, le cui molte bellezze, sì ammirate nelle imitazioni di Virgilio, rado si cercano nell'originale:
     
      Spiegando alloraIl suo velo di tenebre sul muto
      Orbe la Notte, alzò il nocchier da poppaFiso nell'Orse e in Orïone il guardo.
      Il peregrino, e chi veglia le portePunse lusinga alta di sonno; e intanto
      Di madre, che pur or molle di piantoI figli estinti sospirava, scorre
      Grave un sopor le membra.(154)
     
      Con digressioni simili a questa, introdotte senz'arte o sforzo apparente, Dante ci fa pigliar parte per tutto l'uman genere; là dove il Petrarca, occupandosi solo di sè stesso, allude ad uomini in mare sulla sera, onde soltanto eccitare maggior compassione per le proprie pene:


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Saggi sopra il Petrarca
di Ugo Foscolo
Carabba Editore Lanciano
1928 pagine 139

   





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