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      - Nè certamente mancherà pane."(169) - Nondimeno seguitò a provare
     
      come sa di saleLo pane altrui, e come è duro calle
      Lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.
     
      I suoi concittadini ne perseguitarono fin la memoria; morto, fu scomunicato dal papa, e si minacciò di diseppellirne il cadavere, per abbruciarlo e disperderne le ceneri al vento.(170) Il Petrarca chiuse i suoi dì in concetto di santo, pel quale il Cielo operava miracoli;(171) e il senato di Venezia fece una legge contro chi ne trafugasse le ossa, vendendole come reliquie.(172)
      XVIII. Altri potrebbe credere che il Petrarca, compiendo fedelmente e generosamente a tutti i doveri sociali con ciascuno che gli stava intorno, e facendo continuamente ogni sforzo per tenere a freno le sue passioni, ne dovesse venir riputato virtuoso e sentirsi felice. Virtuoso fu; ma fu più infelice di Dante, da cui mai non trasparve quella irrequietudine e perplessità d'animo che fece il Petrarca minore di sè agli occhi proprii, e lo trasse ad esclamare negli ultimi giorni suoi: "Giovane, spregiai tutto il mondo, da me in fuori; nella virilità, me stesso; or vecchio omai, disprezzo e il mondo e me."(173) Se vissuti fossero in consueta comunicazione, Dante avrebbe avuto dall'emulo suo quel vantaggio, che quanti si fanno ad operare giusta prestabiliti e immutabili propositi hanno da chi cede a variabili e istantanei impulsi. - Il Petrarca avrebbe potuto dire con Dante
     
      Coscienzia m'assicura,
      La buona compagnia che l'uom francheggiaSotto l'usbergo del sentirsi pura.


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Saggi sopra il Petrarca
di Ugo Foscolo
Carabba Editore Lanciano
1928 pagine 139

   





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