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      Adriano VI che gli succedeva era stato claustrale, e i cardinali della sua scuola proposero poco dopo che i colloquj d'Erasmo, e ogni libro popolare ingiurioso al clero si proibissero. A Paolo III parve che la minaccia bastasse, nè s'adempì per allora; ma chi sapeva che il Decamerone, già tradotto in più lingue, allegavasi dagli antipapisti, s'affrettò a provvedersi dell'edizione fiorentina, la quale, anche da' dotti che non ne facevano gran caso per l'emendazione critica, era creduta schietta d'inavvertenze di stampa. Ma neppur questo era vero.
      Ad ogni modo è un'edizione divenuta tesoro di libreria, ed oggi pagata a prezzi enormi. Caduta la Repubblica, quell'adunanza continuò, attendendo unicamente alla grammatica, sotto il nome dell'Accademia degli Umidi: poi divenne più pubblica e meno libera, e si chiamò Accademia Fiorentina; finalmente, raccoltasi sotto il patrocinio di Cosimo gran duca, assunse il nome di Accademia della Crusca, e la dittatura grammaticale in Italia. Il progetto incominciato dal cardinale Bembo di stabilire tutte le leggi della prosa italiana sulle Novelle del Boccaccio, fu abbracciato da quell'Accademia, e messo ad esecuzione in guisa da destare meraviglia, e compassione ad un tempo e disprezzo. La Chiesa cessò dal minacciare, e cominciò attualmente a proibire la ristampa e la lettura delle Novelle del Boccaccio; e niuno poteva nemmeno possederne una copia senza licenza del suo confessore. La riforma de' Protestanti provocò la riforma Cattolica, che rimase meno apparente, benchè forse maggiore, e certamente più stabile.


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Sulla lingua italiana
Discorsi sei
di Ugo Foscolo
Istituto Editoriale Italiano
1914 pagine 176

   





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