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      Talamone, nel tempo della visita dei Mille, aveva un povero forte, poveramente armato, comandato da un ufficiale e da pochi veterani. I Mille avrebbero trovato cosa facile impadronirsene, anche scalandolo. Ma non sembrò conveniente, perchè si sarebbe fatto del chiasso, e poi non s'era certi di trovare in quel sito quanto abbisognava, mentre nel vicino S. Stefano, ove esisteva altro forte ed un battaglione di bersaglieri, v'erano più probabilità di trovarvi il necessario.
      Ostilmente, dunque, no; conveniva adoperare un po' di tatto, ed all'amichevole. E qui valse un bonetto da generale che per fortuna il Comandante della spedizione aveva aggiunto al suo bagaglio. Quel bonetto da generale, agli occhi dell'ufficiale veterano, ebbe un effetto stupendo, e metamorfosò in un momento il Capo rivoluzionario in Comandante legale. Si ottenne in Talamone quanto vi fu disponibile, ed il generale Türr, inviato a S. Stefano, potè procurarsi il resto del bisognevole.
      In quest'ultimo porto si fece anche provvista di carbon fossile(6).
      Il bonetto generalesco, a cui si dovette in parte la riuscita della nostra impresa, nei porti toscani, non garbò ad uno dei capi del purismo, che si trovava nella spedizione. Egli trovò infranti i principii ed i Mille poco puri - e non mancò di manifestare il suo malcontento ai compagni. - Ma, lo ripeto: I Mille non eran gente da tornare indietro per fare delle dottrine, quando si trattava di menar le mani contro gli oppressori dell'Italia.
      E, mortificato l'incorruttibile puro, se ne tornò a casa solo a fare la guerra colla penna.


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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