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      - Comunque io consiglierò sempre a' miei concittadini d'imparare un'arte manuale qualunque - ove troveranno sempre più robustezza che nelle occupazioni di scrivanie - e più sicurezza di guadagnar la vita in ogni parte del mondo - sopratutto poi, non dimenticar la massima di spender nove quando si possiede dieci.
      Nell'anima dei due però, che si lanciavano a morte quasi sicura, v'era la devozione eroica dei Leonida e dei Muzio Scevola. - Rosolino Pilo e Corrao ponno giustamente chiamarsi i precursori dei Mille; e noi li trovammo in Sicilia dopo di una traversata portentosa, facendo propaganda emancipatrice, e solleticando i coraggiosi figli dell'Etna a sollevarsi colla promessa di pronti soccorsi dal continente.
      Due individui e non più sbarcavano sulla loro terra - proscritti e condannati a morte - spargendo la loro santa propaganda, e senza esitare dirò: con tanta sicurezza come sulla terra d'asilo!
      Sappilo, tirannide! e sappi che questa non è terra da spie! Tu hai perduto il tuo tempo, impiegando ogni specie di corruzione! Qui - su questi frantumi di lava - il tuo potere, brutto di sangue e di vergogna, è effimero!
      Butta giù quella tua maschera di Statuto, a cui nessuno più crede, e mostrati col tuo ceffo deforme da Eliogabalo o da Caracalla - qui altro non è che questione di tempo - d'anni - che dico? forse di giorni. - Che s'intendano questi ringhiosi discendenti della discordia e della grandezza, e come nel Vespro, in poche ore, verun vestigio resterà più delle vostre sbirraglie.


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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