Pagina (118/356)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      «Oh! contate su di me e de' miei compagni per qualunque arrischiata impresa» disse Muzio «Noi saremo superbi di combattere sotto ai vostri ordini».
      «Duolmi tanto» egli continuò «dovervi lasciare in questo momento e confondermi nella folla; i segugi della polizia papale sono sulle mie tracce, ed io ne scorgo diversi che mi perseguitano. Ove occorra, a qualunque ora cercate di me ai mendichi del Foro Romano».
      Terminate quelle parole, Muzio scivolò tra la moltitudine con una celerità sorprendente, a considerare con quanta calca egli doveva lottare.
      I nostri tre amici, quanto l'amico interessati a non essere scoperti e sorpresi, imitarono la di lui prudente ritirata e si mossero in direzioni diverse com'erano previamente convenuti.
      Frattanto continuavano i grandissimi preparativi per la solennissima conversione dei due Ebrei, Elia, e Marzia; padre e figlia. E la bottega di Roma, per non crollare sotto il putridume de' suoi vizii e delle sue corruzioni, abbisogna di queste imposture: ora una Vergine di legno, che apre gli occhi; un'altra, che piange lagrime di sangue; una terza, che porta, tempestato di brillanti, sul petto il santo prepuzio di suo figlio; ed un'altra finalmente non meno indecente, con appesa al collo la propria matrice! E la canaglia crede, paga contenta d'esser bastonata.
      I preti se ne ridono e scialacquano, ed i reggitori del mondo, fingendo di creder gli uni e di far gl'interessi degli altri, rubano a tutti e fan giustizia del tapino, che prende un pane sul banco del prestinaio, per sfamare la prole morente, e lo appiccano!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





Muzio Foro Romano Muzio Ebrei Elia Marzia Roma Vergine