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      Sì, era bello il barcamenare di tutti que' satelliti, diplomatizzando col re di Napoli, facendola da alleati suoi, cercando di condurlo a trattative paterne, con promettergli forse, che ci avrebbero proibito di passare il Faro, d'accordo col Bonaparte, come già accennavamo, con un vascello francese nello stretto, e la marcia celere dell'esercito settentrionale verso il mezzogiorno(46), ed infine attorniandolo d'insidie e di tradimenti.
      Oh sì! se non avessero tenuta per tanto preziosa la loro brutta pelle, essi potevano facilmente compiere una rivoluzione e presentarsi all'Italia come liberatori.
      Che bella cosa se potevano far stare con tanto di naso i Mille, e la democrazia italiana tutta!
      Ma sì! sono i bocconi fatti che vi piacciono, signori liberatori dell'Italia a grandi livree! e quanti fastidi non dovete aver avuti in quello splendidissimo 7 settembre, di udire la più grande delle moltitudini italiane, acclamare altri e non voi - e se la voce di qualche ingannato o di creatura vostra, vociferava il vostro nome, voi certo sentivate nella miserabile vostra coscienza di non averlo meritato.
      Anche a Palermo, com'era naturale, tramavano i fautori della monarchia sabauda e gettavano contro i Mille la diffidenza tra la popolazione, spingendola ad un'annessione intempestiva.
      Essi mi obbligarono di lasciar l'esercito sul Volturno alla vigilia di una battaglia per recarmi nella capitale della Sicilia a placare quel bravo popolo, suscitato dai cavouriani agenti.
      Assenza che costò all'esercito meridionale la sconfitta di Caiazzo, unica in tutta quella gloriosa campagna, che scosse alquanto il prestigio dell'esercito vincitore e rimontò non poco il morale dei borbonici.


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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