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      Queste epoche singolari ingannano i politicanti che vogliono sfruttarle. All'inizio, la nazione domanda solo riposo; si ha sete di una sola cosa, la pace, e una sola ambizione, esser piccoli, la traduzione del restar tranquilli. I grandi eventi, i grandi casi, le grandi avventure e i grandi uomini, grazie al cielo, sono stati visti a sufficienza e se ne ha fin sopra i capelli; si darebbe Cesare per Prusia e Napoleone per il re d'Yvetot: «Che buon reuccio, quello!» Si è camminato fin dall'apparire del giorno, si è alla sera d'una lunga ed aspra giornata; si è fatta la prima sosta con Mirabeau, la seconda con Robespierre, la terza con Bonaparte; si è sfiniti e ognuno chiede un letto.
      I sacrifici stanchi, gli eroismi invecchiati, le ambizioni pasciute e le fortune fatte chiedono, reclamano, sollecitano e implorano, che cosa? Un ricovero. E lo hanno; prendon possesso della pace, della tranquillità, dell'agio, ed eccoli contenti. Pure, nello stesso tempo, alcuni fatti sorgono, si fanno riconoscere e battono alla porta per proprio conto; questi fatti sono usciti dalle rivoluzioni, dalle guerre, esistono, vivono, hanno diritto a sistemarsi nella società e lo fanno, e, il più delle volte, i fatti sono i furieri d'alloggiamento, che preparano l'alloggio ai principî.
      Ed allora, ecco che cosa appare ai filosofi politici.
      Nello stesso tempo che gli uomini stanchi chiedono riposo, i fatti compiuti chiedono garanzie; poiché le garanzie, per i fatti, sono la stessa cosa del riposo per gli uomini.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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