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 128. DELL'APE. E a molti altri saran tolte le munizioni e lor cibi, e crudelmente da gente sanza ragione saranno sommerse o annegate. O giustizia di Dio, perché non ti desti a vedere così malmenare e tua creati?
 
 129. DELLE PECORE, VACCHE, CAPRE E SIMILI. A innumerabili saran tolti e loro piccoli figlioli, e quelli scannati e crudelissimamente squartati.
 
 130. DELLE NOCI E ULIVE E GHIANDE E CASTAGNE E SIMILI. Molti figlioli da dispietate bastonate fien tolti delle propie braccia delle lor madri e gittati in terra e poi lacerati.
 
 131. DE' FANCIULLI CHE STANNO LEGATI NELLE FASCE. O città marine! io veggo in voi i vostri cittadini, così femmine come maschi, essere istrettamente dei forti legami colle braccia e gambe esser legati da gente che non intenderanno i vostri linguaggi, e sol vi potrete isfogare li vostri dolori e perduta libertà mediante i lagrimosi pianti e li sospiri e lamentazione infra voi medesimi, ché chi vi lega non v'intenderà, né voi loro intenderete.
 
 132. DELLE GATTE CHE MANGIANO I TOPI. A voi, città dell'Africa, si vedrà i vostri nati essere squarciati nelle propie case da crudelissimi e rapaci animali del paese vostro.
 
 133. DELLI ASINI BASTONATI. O natura instaccurata, perché ti se' fatta parziale, facendoti ai tua figli d'alcuni pietosa e benigna madre, ad altri crudelissima e dispietata matrigna? Io veggo i tua figlioli esser dati in altrui servitù sanza mai benifizio alcuno; e in loco di remunerazione de' fatti benifizi, esser pagati di grandissimi martiri; e spender sempre la lor vita in benifizio del suo malefattore.
 
        
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 Dio Africa
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