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      Se la polvere d'Orazio e di Cicerone avesse potuto raccozzarsi e ricomporre gli antichi uomini, e questi fossero ricomparsi al mondo nel 1800, sarebbero rimasti maravigliati di vedere il lieve cangiamento operato, nelle forme, da quei diciotto secoli, che avevano cancellato fin le vestigia delle loro tombe. Chiedendo conto dei cittadini, avrebbero udito nominare e i Bruti e i Gracchi redivivi; tutti i mutilati erano Scevola, senza nessun Porsenna; tutti i guerci tanti Cocliti, anche se avessero lasciato l'occhio in una baruffa di bettola; le donne, andassero pure in volta scoperte le spalle e il seno, svelando dannosa copia di gigli e di rose, erano tutte caste Lucrezie e severe Cornelie; se chiedevano dei tribunali, avrebbero udito parlare di foro e di pretorio, dove sotto la protezione della dea Temi sedevano i magistrati, ch'eran tutti Catoni, massime se ladri; il tricorno d'un abate si chiamava la sacra benda del sacerdote; i poeti invocavano ad ogni verso Apollo dispensatore perenne di luce e d'ingegno e tutte e nove le Muse, dalla maestosa Polinnia alla leggiadra Erato; si giurava sulle are per gli Dei Consenti; nelle scuole non si studiava di storia che la greca e la romana, e si versavano in rettorica lagrime sul fato d'Ilio; figurarsi poi sulla morte di Virginia che era, al paragone, storia moderna! I soldati che facevan risuonare gli speroni sul lastrico delle vie inseguendo le belle, facilmente cortesi al fulgore delle spade, erano tanti figliuoli di Marte, o almeno legionari: e siccome si doveva sacrificare ai tempi e vestire i soldati colla marsina a larghi risvolti e armarli di fucili e di cannoni, così in compenso si scolpivano nei bassorilievi le battaglie sul modello di quelle del Partenone, dove i combattenti seminudi trionfavano dei nemici colle corte daghe e coi giavellotti.


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Del trionfo della libertà
di Alessandro Manzoni
Editore Sonzogno Milano
1882 pagine 91

   





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