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      E Dessaix la sacra frondaCol suo sangue colorì....
      Su quel lauro in chioma spartePianse Francia e palpitò...»
      Bonaparte, famoso fabbricatore di bollettini che eccitavano l'ambizione, fece pubblicare che, Dessaix nel morire, disse a' suoi ajutanti: «Andate a riferire al primo console, che muoio col dispiacere di non aver fatto quanto basti per poter vivere nella posterità.» Lo stesso Napoleone dettava più tardi in forma romanzesca le circostanze di quella morte. Il vero è che dopo avere, con felice manovra, fatto argine agli austriaci irrompenti che distruggevano i corpi francesi improvvidamente disseminati, ed aver rialzate le sorti della battaglia, Dessaix cadde colpito da una palla e nella confusione il suo corpo giacque fra il cumulo dei morti e dei feriti. Lo trovò e lo raccolse il suo aiutante Savary. Un decreto 27 giugno di Bonaparte prescriveva: «La salma del generale Dessaix verrà trasportata al convento del Gran San Bernardo, e gli sarà eretta una tomba.» Questa, scolpita da Moitte, rappresenta il generale in atto di cadere da cavallo, sostenuto dal colonnello Lebrun. Monti, nella citata poesia, cantava che su quella cima, fra le nevi eterne fremeranno venti e procelle, ma starà sempre la sua tomba venerata, e lo spirito avrebbe parlato di Bonaparte coll'ombra torva di Annibale che aveva primo varcato le Alpi. Chi volesse poi investigare il motivo che aveva indotto Manzoni a scegliere Dessaix fra le ombre dei morti per la libertà, lo troverebbe nel carattere dell'eroe che fra i contemporanei pareva un antico di Plutarco.


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Del trionfo della libertà
di Alessandro Manzoni
Editore Sonzogno Milano
1882 pagine 91

   





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