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      Temeva che gli avessero dato qualche anno soltanto di carcere. La prigione non basta alle masse; esse vogliono la morte dell'eroe per onorarlo. Silvio Pellico si sarebbe assicurato maggior fama se lo avessero impiccato, invece di mandarlo allo Spielberg. Non avrebbe scritto Le Mie Prigioni, ma l'Italia lo avrebbe venerato qual martire, mentre oggi lo dimentica.
      Già. Morire nel lancio della bomba, in chiesa, assieme ai preti, che avrebbe ammazzato all'altare, ai preti, ciurmatori, imbroglioni, falsi, bugiardi, correi sempre e causa prima di spesso di tutto il male che colpisce il mondo, e dei fedeli, così sciocchi o cattivi da lasciarsi sedurre dai preti.
      Dura lezione, ma una lezione necessaria: avrebbe reso attenti i preti a non abusare del luogo santo; a non servirsi della religione, impasto d'infinite bugie, per tenere il popolo schiavo, supinamente schiavo dei ricchi: li avrebbe resi attenti, che neppure la chiesa concedeva loro sicurezza; che l'idea anarchica sa penetrare financo nel tempio e non si arresta neppure davanti all'altare; e i devoti avrebbero incominciato ad evitare le chiese, ora che queste offrivano loro simili doni.
      Le campane invitavano i fedeli alla chiesa. Ce n'erano tante Messe il giorno di Natale. I parroci non avevano bisogno di andar a mendicare una Messa di qua, di là, per completare l'orario; e le campane suonavano, ed invitavano i fedeli ad accorrere alla Messa, perchè era nato Gesù.
      Il suono delle campane gli diede più che mai sui nervi.
      - Maledette campane - esclamò - e pensò con una gioia feroce al frutto di quel suono.


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I sogni dell'anarchico
di Ugo Mioni
Libreria Artiginelli Milano
1922 pagine 134

   





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