Or lasciamoli un po’ stare per vostra fé. Vi è un altro fiume anco, detto Ebro in Traccia, Tago in Ibernia, Gange in India e Pado in Italia, c’ha fama d’aver così l’arene d’oro». Disse allora Lucrezia:
«Il fiume Tigre, perché si chiama così? Vi nascono forse le tigri?».
«Non - rispose Corinna - ma per l’estrema sua velocità; ed egli e l’Eufrate si dice nascer dal paradiso terrestre».
«Fra tutti i fiumi - disse allora Cornelia - qual credete voi che sia ’l maggiore?».
«V’è il Gange - rispose Corinna - immenso fra tutti gli altri fiumi, il qual ha fama d’esser venti miglia di larghezza e la sua profondità non ha fine, corre per l’India ed Arabia felice. Vi è poi dall’altro lato la Tanai, fiume freddissimo e ’l Danubio ed il Reno, che correno per la Germania ed altre parti settentrionali, molto celebrati da scrittori».
«Il Petrarca - disse la Regina - raccolse quasi tutti i fiumi notabili in pochi versi quando disse:
Non Tesin, Po, Varo, Arno, Adige, e Tebro.
Con quel che segue».
«Ma lasciando il ragionar de i più lontani, avemo la Piave assai grosso e rapidissimo fiume, il qual passando e traversando per molte campagne, ultimamente mescola le sue acque dolci nel mare Adriatico. Vi è appresso il nobilissimo fiume Po, il quale è chiamato regale fra regali. Questo correndo con suoi sette rami innonda fecondando tutti nostri paesi circonvicini; passa per la nobilissima città di Ferrara, e discorrendo per diversi luoghi in fin mette capo nelle nostre lagune. Nominò molto onoratamente questo fiume una gentildonna in un sonetto che fece in laude d’una Ferrarese, detta la signora Laura Peverara, nata però in Mantoa, ma che stava in casa di sua altezza».
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