E voi, Cornelia che dite?».
«Io - disse ella - sono di quelle che quando ho male mi piace ricorrer al medico e non so come si faccian gli altri».
«Chi vi medica voi» disse Lucrezia.
«Avemo noi - rispose ella - l’eccelentissimo signor Orazio Guarguanti, che certo è un soggetto maraviglioso. Vi prometto che ha ben egli operato le meraviglie in casi che da altri eccelenti medici sono stati tenuti disperatissimi, così in casa nostra, come di molti nostri amici e conoscenti».
«Oh il Guarguante - rispose la Regina - io non lo conosco per vista, ma hollo così udito commendare per giudiciosissimo e pieno di tutte quelle onorate qualità che a gentil spirito si convengono».
«Eh, vi dico - ripigliò Cornelia - egli è la dottrina e la esperienza istessa e molto amorevole de suoi ammalati».
«Io - disse la Regina - nelle occasioni mi vaglio del peritissimo Stabile nell’una e nell’altra scienza, cioè di fisico e di cirugico».
«Ho udito - disse Lucrezia - molte volte lodarlo per valorosissimo e di notabile esperienzia».
«Conoscete - disse Elena - il nostro Amalteo?».
«Come - disse la Regina - egli è un soggetto glorioso ed una degna e nobilissima pratica e la sua fama è celebre ed ammirabile e la singolar sua virtù degna di laude eterna».
«Che mi dite - disse allora Lucrezia - dell’eccelentissimo signor Benetto Flangini?».
«Il Flangini - rispose Corinna - è persona ancor egli di raro ingegno in questo essercizio ed è gentilissimo, grazioso e molto diligente e merita qualonque onoratissima laude».
«So chi volete dire - aggiunse Cornelia - e non si può lodar tanto, che più non meriti.
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