«Gionta a spino pungenteFresca rosa ridente;
Et or lucido e tersoGiacer nel fango immerso
Vidi e stupii, veggendo in gran piacereDel fango e spin la rosa e l’or godere.
Allor diss’io, qual più sprezzato corePiagnerà per Amore?
S’ei fa in virtù di sua potente face,
Che spesso il bello annoia, e ’l brutto piace».
Piacque molto alle donne il nuovo madrigaletto lor recitato dall’accorta Cornelia e la Regina disse:
«Queste sono estravaganzie e miracoli di questa crudel passion d’amore, c’ha tanta forza ne i cuori nostri che ci abbaglia l’intelletto e ci priva d’ogni ragione; e però si dice che amor non ha legge e che egli è forte come la morte; ma tornando al caso nostro, parmi in somma, che Corinna la intende meglio di me, e così approvo ragionevolmente parlando, che sia molto più amabile la bellezza interiore che l’apparente».
«Egli è ben vero - disse Corinna - quando si trovano queste due sorti di perfezion accopiate insieme, l’una adorna l’altra di maniera che il soggetto che in sé contiene due così segnalate grazie ha più tosto del divino che dell’umano; ma perché di raro occorre il trovarsi tale eccellente congiunzione in una sola persona, però avendo da amarsi e l’una e l’altra di queste perfezioni, parmi che dell’uno e dell’altro sesso più debba esser accetta la persona non bella, ma savia e virtuosa, che la bella, ma sciocca e sfacciata. Ma per tornar al nostro proposito, ciascuna di queste bellezze è materia nobile e molto dispositiva per aguzzar l’intelletto e disponer la mente del poeta a trovar concetti novi, parole graziose e versi gustevoli, pieni di forza e di spirito, perché naturalmente par che diletti più che alcun altro questo soggetto».
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Amore Cornelia Regina Corinna Corinna
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