Aveva quindi benignamente accolto l'invito di Desiderio, e lasciate le mollezze di Roma.
A Costantinopoli l'abate aveva fatto fondere le porte di bronzo storiate, che ancora adesso sono alla chiesa; di Costantinopoli erano venuti i fabbricatori di musaici, che bellissimi di fiori e figure ornavano l'abside. I quali artefici, oltre dell'opere, istruirono altresì taluni dei frati i quali fecero poscia vivere quest'arte in Italia. Nè altri uomini periti nell'operare l'oro, l'argento, il ferro, il bronzo, l'avorio, il vetro, il legno, il talco, ed il marmo trasandò convocare di Francia, come altresì di Lamagna, d'Italia tutta e di Grecia, onde bellissima, e riccamente ornata tornare quella basilica. Alla cui splendidezza concorsero con donativi di oro e di ricchi drappi molti principi oltremontani, e quasi tutti i baroni del regno. Non mica già perchè d'uopo ne avesse l'abadia, potente e doviziosa a pari delle migliori di Europa, ma perchè quel di Montecasino era pellegrinaggio in voga a quei tempi, ed i nobili palmieri giammai tornavano alle patrie loro senza largamente pagare il perdono delle peccata. Sicchè maravigliosa a vedere quella mattina poteva dirsi la chiesa, non solamente perchè sfolgorava di lampade moltissime d'oro e d'argento e delle stoffe più sontuose che, tessendo sete per colori diversi e lamine d'oro e ricami di pietre preziose, allora si usassero; ma perchè il corteggio che formavano al papa tanti vescovi e signori abbarbagliava. Ed abbarbagliava nel pieno senso della parola, dappoichè i lumi bellamente risplendevano sugli ghiazzerini lustrati d'acciaio e di argento, e nei pomposi rocchetti di trine d'oro che adoperavano i vescovi.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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