Ricordatevi però che i torti degli uomini si possono obliare e perdonare talvolta, ma quelli della Chiesa non mai, perchè contro di lei portæ inferi non prevalebunt. A domani.
- A domani« replica il principe di Capua ritirandosi »e riposate pure tranquillo, santo padre, chè il vostro dolore ci si scolpisce nel cuore. Ricominciate le cerimonie.
- Aspettate« interrompe il giovane facendo cenno al papa di sedere »Il principe Gisulfo da uomo prudente si dichiarò campione del marito di sua sorella e dell'audace priore: il principe Riccardo, da bravo cristiano, si arrestò in mezzo ad uno spavaldo di giuramento, che in cuore suo sapeva non poter compire giammai: i duchi di Sorrento e di Napoli, assorti nelle beate visioni dei loro feudi incantati, pensano a tutelarvisi dentro come le lumache nel guscio: il principe di Benevento medita la morte di languore, in cui, unitamente al suo Stato, si consuma: vescovi ed arcivescovi ardono di ritornare agli ozii voluttuosi dei loro castelli ed ordinare cacce e processioni onde viver lieti e tranquilli. Ma voi, ser papa, uditemi bene, voi direte al vostro monsignor Gesù Cristo, che fra qualche minuto chiamerete nell'ostia, voi gli direte che avete udito giurare a Baccelardo, duca di Puglia, spogliato dei suoi Stati dal suo zio Roberto Guiscardo, che allora e' perdonerà a costui, quando quelle sante reliquie di Macario e di Benedetto prenderanno di nuovo forma umana, e diranno: Dio non è! Dio non è! Voi, sire papa e baroni, siatemi testimoni del giuramento che ho fatto.
| |
Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
|
|
Chiesa Capua Gisulfo Riccardo Sorrento Napoli Benevento Stato Gesù Cristo Baccelardo Puglia Stati Roberto Guiscardo Macario Benedetto Dio
|