Baccelardo adesso non solamente non si ritrae, ma gitta lo stocco da un lato. Il selvaggio animale lo fulmina prima di uno sguardo, indi piega la testa per menargli terribile cornata. E di questa certo fuor fuori lo avrebbe passato e slanciato a morir lontano sulle teste degli spettatori, se egli non si trovava lesto a profittar di quella sfavorevole positura. Salta da un lato, afferra il toro di una mano per un corno, sì che lo costringe a ritorcere la testa, dall'altra per la coda irrequieta. Orribili ad udirsi furono i mugghi della belva così disquilibrata e resa inabile ad usar di sue forze. Perciocchè, chiunque una volta ha veduto una Corrida de toros sa, come a tutto disadatto sia questo in quella situazione, e quali erano las cositas che Pacquito Montes soleva fare per las sinoritas di Andalusia, ed io gliele vidi fare. Infrattanto sforzi spaventevoli metteva la fiera onde raddrizzare il capo, e palleggiarsi sulle corna l'ardito giovane; costui però, puntando, soda ed inchiodata la teneva, e di un occhio feroce dominava ed affascinava il sanguigno suo sguardo. Baccelardo allora descrive un mezzo giro, costringe il toro, sempre in quella attitudine, a seguirlo, lo trascina per l'arena fino innanzi alla tribuna dei commissari. E come si è colà, mentre della mancina se lo teneva la testa sommessa, con la destra gli scarica in un baleno fra le due corna cotal pugno con la manopola di ferro, che l'animale dà in un grido feroce ed a terra stramazza. Baccelardo tira quindi il pugnale, sottile come uno spillo, e fra le due corna glielo caccia.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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Corrida Pacquito Montes Andalusia
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