Di questo vi supplicano i Sassoni, sire, e per quell'eterno Iddio che confessate, vi scongiurano di esaudirli. Imperciocchè se voi incaponito userete della spada contro di loro, essi ancora sanno trattarla, e morire per la libertà e la salute del paese. La nazione vi ha giurato fedeltà, perchè anche voi giuraste reggere i popoli nella giustizia; conservare le leggi ed i costumi degli antenati; proteggere a ciascuno i dritti, la dignità, i beni. Se voi violate il sacramento, in noi cessa l'obbligo di obbedirvi, e subentra il dovere di farvi guerra. E sì faremo, sire, sì faremo, finchè sarà vigore nelle nostre braccia, finchè non vedremo la libertà della patria restituita.
Questo franco ed ardito dire - ahi! troppo ignoto adesso - eccita la collera di Enrico, di temperamento vivo ed avventaticcio. Nondimeno si contiene e con un cotal suo beffardo ghigno risponde:
- Se alla nostra giustizia vi appellate con ragione, vedrete che la nostra giustizia giammai fu appellata invano. Se per la tranquillità dell'impero; l'impero è tranquillo, ed è perciò che noi puniamo i ribaldi ed i rivoltosi, e punimmo i Sassoni i quali di ogni debito di sudditanza credettero francarsi, perchè il vigoroso braccio di Enrico III era ghiadato nel sepolcro. Se poi il popolo che vi ha mandato pretende altra cosa da noi, convocheremo a parlamento i grandi dell'impero, e la sentenza della dieta terrà luogo al giudizio delle armi.
Udita la risposta, i Sassoni, consigliati da Ottone di Nordheim, si reputano vilipesi.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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