Questo però fu concordato segreto, e solamente si pubblicò che i Sassoni avrebbero soddisfatto Enrico pel delitto di fellonia, ed e' i torti contro Sassonia riparati, amnistia concessa.
Gregorio VII allora scrisse lettere ai principi alemanni, ai sassoni particolarmente, e cercò richiamare al suo tribunale la lite dell'impero.
Egli credette preparata da Dio l'opportunità di quell'ora onde iscrollare la vetusta autorità imperiale, e le sue dottrine proclamare. Imperciocchè, se giungeva a misurarsi con la Germania ed al suo sistema la sottometteva, il rimanente di Europa, o non avrebbe affatto o avrebbe assai debolmente resistito.
Poi, tutto sembrava favorirlo.
In Lamagna regnava sovrano di età e di consiglio giovanissimo, guasto dagli ecclesiastici che lo avevano tenuto alle falde, volubile, corrivo all'ira, nell'arte di governo non pratico. Lo attorniavano ministri ladri ed ignoranti, che il paese disertavano di balzelli, le constituzioni dell'impero attentavano. La fede dei principi traballava. Feroce odio metteva in combustione le provincie, di spiriti sempre opportune, la guerra civile accesa, consumata, e a disvantaggio del re vinta. Sicchè dunque Gregorio poteva lavorare: e passassero pure inavvertite le sue opere pel momento, egli avrebbe poi fatto giungere il giorno da cavarne profitto, come aveva praticato coi canoni di Niccolò II.
Ma Ildebrando faceva conti falliti. Imperciocchè alcuno non curò del suo intervento nelle bisogne dello Stato: nè uopo ve n'era. I Sassoni avevano già a Gerstungen strappato ad Enrico, che vedeva tentennare la fede dei suoi, trattato vergognoso, in virtù del quale le fortezze levate in Sassonia erano rase, sgombri i presidii, perdonati i ribelli ed i fautori.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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