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      Qui poi un palafreniero che si aveva cucita addosso di rovescio una pelle di cavallo morto e figurava s. Bartolommeo scorticato. Là una cantoniera che sguaiatamente maravigliava di sua tarda pregnanza, e rappresentava s. Elisabetta. In una parola, secolari e laici, plebe ed aristocrazia, uomini e femmine, interamente difformati, avevan gareggiato a comparire nelle guise più strane.
      Intanto le campane suonavano a distesa, trombe, ribebe, naccare, tamburetti baschi, mandole, ciannamelle, ghironde, quanti sapevano strimpellavano alla peggio. Ed una confusione, una calca, una pressa, un gridare, un pestarsi, un rimorchiare i passaggieri, un bagordo insomma assordante, confuso, una frenesia di gioia, senza limite di pudore e di riguardi. Trascinato dalla folla, Baccelardo si trova al castello del duca Rodolfo, che a Zurigo aveva corte sovrana.
      Vicino alla porta di questo sire però inferociva più lo stringersi, ed un pigiarsi da mandar rotto il respiro, perocchè tutti volevano entrare, ed assistere all'elezione del duca Rodolfo al cardinalato. Ma la beatissima Vergine si era lasciata andare di traverso sull'uscio, e non permetteva penetrare a chicchesia, impacciata da un lembo della sua tunica paonazza accroccata ad un gancio sul portone, dove appiccavansi i nibbi.
      - Andiamo dunque per tutti i demonii, madonna Maria, gridava un bestiale s. Pietro che voleva ficcarsi dentro ad ogni costo; ti sei messa là di sbieco come la quaresima nell'anno, ed i bravi figliuoli guardano i profondi abissi del tuo sedere.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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