Li consigliavano quindi a rendersi a mercede sull'istante, stando essi medesimi col proprio onore garanti, che i deditizii avrebbero salvo persona, sostanze e libertà. Fu lungo e tumultuoso il discutere di questo partito fra gl'insorti; infine(22) e' piegarono all'imponente andazzo dei tempi, e cedettero.
Venne quindi rizzato in mezzo alla vasta pianura, lungo la destra dell'Ebra, suntuoso padiglione col trono ornato delle insegne imperiali. Ivi, il dì seguente, Enrico IV circondato dei suoi principi in gran pompa si assise. Tutto l'esercito sotto le armi si schierò a due fila, fra le quali dovevano passare tanti prodi ad umiliarsi. Al cenno del re, i deditizii furono fra le armi accompagnati ai piedi del soglio. Precedevano i principi sassoni e turingi, l'arcivescovo di Magdeburg, il valoroso vescovo di Alberstadt, Ottone di Nordheim, Magno duca di Sassonia, il conte Ermanno, Federico palatino, Teodorico conte di Cantelenburg, Adalberto langravio di Turingia, i conti Rudiger, Sizzo, Bern e Berengario. Seguivano baroni, nobili, e quanti eranvi gentiluomini, valvassori, valvassini, e paggi non per anco armati cavalieri, in una parola chiunque aveva nome, stato e ricchezze fra i ribellati. Enrico li accolse maestosamente. Poi, mal consigliato, li diede a custodire ai suoi, finchè non avesse pronunziato sulla loro sorte. E la loro sorte fu questa: che, dimentico della parola dei suoi commissari, li confinò in fortezze lontane e malignate da paludi, e loro confiscò i beni che tra i suoi guerrieri ripartì.
| |
Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
|
|
Ebra Enrico IV Magdeburg Alberstadt Ottone Nordheim Magno Sassonia Ermanno Federico Teodorico Cantelenburg Adalberto Turingia Rudiger Sizzo Bern Berengario
|