Nè pago del tiranneggiare i tuoi sudditi, hai gravemente oltraggiato anche noi, che, indegni sì, ma pur siamo fra gli unti, unto non al tempio ma al trono; mentre è dottrina dei santi Padri che Dio solo ci può giudicare.
«S. Leone emulator dell'apostolo ha detto: temete il Signore, onorate il re. Ma perchè tu non temi il Signore, credi di non onorar noi che siamo re. Tu pertanto che fosti maledetto e condannato dal concilio tenuto qui a Worms, discendi, abbandona una sede usurpata. Farem salire codesta cattedra da un altro, il quale non veli la prepotenza, l'orgoglio e l'ambizione col manto di religione, ed insegni la vera dottrina di carità dell'evangelo, non quella di Satanno.
«Noi Enrico per la grazia di Dio, re di Germania e di Roma questo vogliamo che tu sappi, Ildebrando simoniaco e falso pastore(26)».
Come Gregorio ebbe letta questa lettera, che Paolo Bernried, pecudino fautore di lui chiama di ogni ingiuria disonesta e di falsità ripiena, e sir Rogero Greiffey il sunto più esatto della storia e condotta di Gregorio, il colore del volto di lui si fece rovente come bragia. Senza dimandare più motto, licenzia Baccelardo, e tutto quel dì e la notte susseguente lo si vide percorrere le stanze cupo, taciturno, agitato da interna inquietudine, e da quella specie di smania che tormenta la donna vicina a partorire.
E presso a poco, guardata dal lato morale, identica era la situazione di Gregorio.
Egli ruminava il più vasto colpo che per undici secoli avessero mai concepito i successori di san Pietro.
| |
Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
|
|
Padri Dio Worms Satanno Enrico Dio Germania Roma Ildebrando Gregorio Paolo Bernried Rogero Greiffey Gregorio Baccelardo Gregorio Pietro
|