- Sire, perdonate se oso dirvi che vi apponete. Nè il popolo, nè i nobili tedeschi tennero mai lo stile degli Italiani che disvogliono oggi ciò che ieri desiderarono fino al delirio. Piegatevi, sire, ed accettate la corona che il popolo di Germania vi ha profferta.
- Così vuoi, sire di Nordheim? disse Rodolfo rassegnandosi dopo un po' di pausa; sia pure così. Possa io però, in un giorno di sangue, non rimproverarti questa violenza.
Ed il dì 15 marzo 1077 accettava lo scettro senza dritto di successione pei suoi, e con solenne promessa di vassallaggio alla Chiesa.
Il 26 lo consacrava a Magonza legittimo re e difensore del regno dei Franchi, l'arcivescovo Sigofredo, vicario pontificio in Lamagna.
Nel tempo stesso si spandeva la voce che Enrico già riedeva in Germania alla testa di grosso esercito.
Infatti questi, dopo aver celebrata la Pasqua a Verona, per la via che d'Aquileia mena al Friuli, alla testa di truppa lombarda penetrava nella Carintia. Poi non appena ebbe messo piede in Lamagna, comandava brillante esercito a lui devoto per volontà non per obbligo di feudale servizio.
Rodolfo che ogni dì assaporava novelle amarezze per le città che gli chiudevano sul viso le porte e gli mandavano ambascerie d'ingiurie, per le diserzioni che provava nei ranghi dei suoi partigiani, con soli cinquemila Svevi schivò la pugna ed entrò in Sassonia. E' lasciò Enrico inoltrarsi nel paese a dare il guasto, e muovere per la fedele Augusta dove mille altri cavalli della città lo raggiungevano. Enrico traversò la Baviera desolando, e vene a Ratisbona.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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