Nell'uscire, la duchessa Sigelgaita, che la sua ardita intimazione aveva udita, gli si fa incontro e gli susurra:
- Messer legato, raccomandatemi alle benedizioni di papa Clemente.
Rolando la stette a guardare attento per comprender netto il significato di quelle parole, poi si accosta alla duchessa e le mormora all'orecchio alcune frasi. La duchessa l'ode, poi risponde:
- A Roma dunque, messer Rolando.
Alberada, imbarcata sopra una galea del Guiscardo, partì anch'essa, confortata di speranze per Gregorio, per Roberto trepidante. Vedremo.
VII.
Ya sabeis, vasallos miosque habrá dos meses y medio
que el Turco puso à Viena
con sus tropas el asedio,
y que para resistirleunimos nuestros denuedos.
Ben conozco que la faltadel necesario alimento
ha sido tal que rendidode la hambre à los esfuerzos,
hemos comido ratones,
sapos, y sucios insectos.
MORATIN - El cafè.
L'arcivescovo di Ravenna, perchè noi seguiremo a chiamarlo così malgrado la sua sacra pontificia, l'arcivescovo ebbe a darsi a tutti i diavoli quando udì che Roberto Guiscardo, lungi dal giurargli divozione, mandava pel suo legato Rolando ad intimargli la guerra. L'imperatore Enrico era in Lombardia, ma il nerbo dell'esercito stanziava a Roma e nel paese circonstante. Con tutta fretta dunque Guiberto fortifica la città, ripara il guasto delle mura e delle torri, e di blocco più fitto stringe castel Sant'Angelo. Egli imbizzarriva, come ridotta allo stremo di tutto, non per anco quella rocca si fosse resa. Ed in vero il senato ed il console, per aderirgli, avevano fatto intimare al loro castellano Oddo che sgombrasse la fortezza e si constituisse prigione.
| |
Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
|
|
Sigelgaita Clemente Roma Rolando Guiscardo Gregorio Roberto Turco Viena Ravenna Roberto Guiscardo Rolando Enrico Lombardia Roma Guiberto Sant'Angelo Oddo
|