Sigelgaita comprese il pensiero di lui. Ella amava a dismisura questo suo figliuolo. Eppure non disse motto. Solamente alcuni dì dopo, Boemondo infermava gravemente, a tal che fu obbligato passare in Italia, dove, ch'il crederebbe? per forte somma di oro Guarimponto lo guarì, ed assai facilmente, ed in molto poco tempo.
Roberto intanto di sua infermità non riavevasi - e bene tutte le mattine sorbiva disgustosa cervogia che a quest'uopo gli preparava la dotta ed amorosa duchessa! Infine, mentre intendeva tutto a ridurre Cefalonia ribellata, e ne conduceva l'assedio col suo figliuolo Ruggiero, una mattina fu sorpreso da più grave malore. Per curarsene, si fece trasportare a Casopoli, piccolo castello sul promontorio di Corfù, e la duchessa andò con lui per assisterlo. Il male non cedè punto. Ed il dì 6 di luglio il suo medico lo aveva abbandonato, il suo confessore gli aveva resi gli ultimi uffici di cristiano. Vestito dell'abito di frate, i capelli e la barba coperti di cenere, Guiscardo agonizzava. Vicino al suo letto non erano che due persone. Uscì in fine da lungo accesso di letargia, e dimandò da bere. Una di quelle persone gliene porge.
- È fuoco che mi avete apprestato! egli sclama.
Uno scroscio di riso è la risposta che gli si dà. Allora Roberto apre gli occhi, e vede Sigelgaita innanzi al suo letto. Questa lo sta a considerare un instante cogli occhi divaricati, poi si accosta più da presso e gli mormora:
- Monsignore, adesso che andate gloriosamente all'inferno, ricordate di salutarci la vostra bella e virtuosa Alberada.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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