Su quel libretto versai tante lacrime, quante sarebbero bastate per annegare un'altra volta quella infelice eroina. Un altro libro faceva una profonda impressione su di me: L'Italiano di Mrs. Radcliffe. Specialmente un certo bravo chiamato Spalatro ed una misteriosa povera casuccia in riva al mare, e in una delle stanze al pianterreno un certo sacco che si muoveva da sé, mi empivano di grato terrore. Quante volte, svegliandomi nel buio della notte, mi parve di vedere lo spaventoso sacco a pie' del letto, su cui invece batteva la luna!
Ma la mia salute ebbe presto a provare gli effetti di una vita così sedentaria. Cominciai a perdere l'appetito e appena mi reggevo in gambe. Mia madre se ne avvide ed affrettò il momento della nostra andata annuale alla casa di campagna, che ho già ricordata e in cui avevo sofferto tanta noia pochi mesi avanti. Mi fu interdetto ogni libro. Due mesi passati all'aria aperta, in mezzo a colline deliziose, e in un continuo esercizio, mi giovarono assai e quando, sul finire delle vacanze, verso gli ultimi d'ottobre, la mia famiglia tornò in città, ero pienamente rimesso in salute.
La prima volta che andai al teatro fu in quel tempo. L'orchestra, il ballo, il vestiario, la scena, il canto, tutto quell'insieme vario ed armonioso che costituisce un'opera musicale mi colpì in un modo che nessuna parola può descrivere. Era come se un nuovo essere fosse sorto entro di me, un essere dotato di facoltà fin allora da me non conosciute e capace di grandi cose. Che non avrei fatto per avere l'opportunità di cimentare questa forza nuova e di segnalarmi in qualche modo?
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L'Italiano Mrs Spalatro
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