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      Voi mi mettete le pistole alla gola: ebbene, avrete i cinque franchie così fu pattuito.
      Torniamo al nostro soggetto. Io avevo fatta una mezza dozzina di falsi giudizi fisiognomici, quando un giovinotto, piccolo e snello, passandomi frettolosamente accanto, mi disse all'orecchio le seguenti parole: "Zitto! Seguitemi. Lazzarino" e tirò via, standogli io alle calcagna. Era vestito da marinaro, col cappello d'incerato, colla giubba e calzoni turchini, e con una fascia rossa a vita; nerissimi ricci gli pendevano di qua e di là dalla faccia.
      La mia guida doveva avere un naturale orrore per la linea retta e una grande predilezione per la curva, conducendomi, come fece, attraverso un labirinto di stretti vicoli e tortuosi sentieri per riuscire a Sottoripa, dove per giungere direttamente non avevamo da far altro che attraversare la Piazza dei Banchi. Sottoripa è una strada scura, piena di volte, o piuttosto una successione di strade che costeggiano il porto, e dove, quasi una porta sì e un'altra no, c'era una taverna od osteria, in cui vanno esclusivamente i facchini e i marinai. Lazzarino si fermò dinanzi a una di queste taverne, e avendo data all'intorno un'occhiata di sospetto, entrò, traversò la larga sala piena di avventori, e mi condusse in una piccola stanza che allora era libera. Fu ordinato e portato un boccale di vino, e noi ci mettemmo a sedere a una piccola tavola, fissandoci l'un l'altro.
      Avete voi veduto il nuovo brigantino di mio fratello, il Policrate?
      mi chiese tutt'a un tratto ad alta voce.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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