diss'io "dalla riva opposta per motivi politici".
A quanto pare, il guardiacoste era tutt'altro che soddisfatto delle mie risposte, poiché mi squadrava da capo a piedi con occhio sospettoso. A dire il vero, dovevo avere un'aria di parentela con Robinson Crusoe, cosa che giustificava quella sua diffidenza.
Venite con memi disse alla fine in un tono non punto cortese, e pigliando un passo accelerato, ond'io coi miei piedi laceri e sanguinosi, di cui o non si era accorto, o non aveva compassione, mi feci a seguirlo.
Dopo un quarto d'ora, o così, di cammino per un terreno paludoso, ma coperto di bassi cespugli e di erbe, entrammo nella strada maestra, e mi vidi innanzi il piccolo villaggio francese di Pont Saint Laurent, come anche il ponte sul Varo, che è la linea di confine tra la Francia e la Sardegna. Con una strana mescolanza di piacere e di terrore vidi la piccola distanza che mi separava dal patibolo. In fondo, pensai io, c'è qualche cosa di buono in queste divisioni convenzionali tra Stato e Stato. Entrammo in una piccola baracca di legno, nella quale erano tre o quattro doganieri, uno dei quali mi offrì un po' d'acquavite in una zucca, che accettai prontamente.
La mia guida parlò con uno di essi, che sembrava il capo, e che, udito il rapporto della mia cattura, disse ad alta voce:
Questo è un affare che non mi riguarda: andate dal maresciallo d'alloggio
.
Allora ci avviammo alla caserma dei Gendarmi. Strada facendo, incontrammo diverse persone, principalmente operai e soldati, e m'accorsi con meraviglia e mortificazione che ero un oggetto di curiosità per tutti, di simpatia per nessuno.
| |
Robinson Crusoe Pont Saint Laurent Varo Francia Sardegna Stato Stato Gendarmi
|