Quelle stampe volavano per tutta Italia. In Toscana, dove era stato sempre un governo mite, gridando: “viva Pio IX” si ottenne una certa larghezza nella stampa, e si cominciò a pubblicare giornali che avevano bei nomi: l’Alba, la Patria, l’Italia, e bandivano nuove idee e nuove speranze: in Piemonte, specialmente nella fiera Genova, cominciò a pubblicarsi Il Contemporaneo, nel quale si dissero cose che quel governo un anno prima aveva severamente vietate e punite. Noi altri in Napoli a leggere quei giornali, a udire i racconti che ne facevano coloro che tornavano di Roma sentivamo una stretta al cuore. E i romani davano ai nostri molte spronate: “Che fate voi altri napolitani? perché non imitate toscani e piemontesi? Ferdinando è duro: e voi non avete fegato voi, non avete animo di scoparlo?” Ferdinando diceva, e il Del Carretto fece stampare la regal frase nel giornale uffiziale, che egli non voleva “imitare nessun politico figurino di moda”; e tra i suoi ripeteva: “Stavam così bene, e questo pretarello ci ha guastato ogni cosa”. Intanto da per tutto si parlava del papa, e quantunque egli in una sua bolla dicesse di non avere le intenzioni che gli si attribuivano, pure i popoli o non capivano, o fingevano di non capire, e per ispingerlo a maggiori cose lo lodavano e lo benedicevano. Tra noi la polizia diveniva più feroce, spiava, incarcerava, tormentava; e guai a chi avesse ricevuto lettere o giornali dall’Italia superiore. Taluni meditavano stringersi in segreto per operar qualche cosa: ma altri li biasimavano come uomini di vecchie idee, e dicevano: “Questa non è setta, né una parte, ma è consenso generale, è opinione pubblica, che vincerà ogni ostacolo ed anche Ferdinando”.
| |
Italia Toscana Pio IX Alba Patria Italia Piemonte Genova Il Contemporaneo Napoli Roma Ferdinando Del Carretto Stavam Italia Ferdinando
|