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      L'armata ungara prese la via di terra e fece il giro del golfo Adriatico per Udine, Padova, Verona, Bologna, e per le città della Romagna. Il re presentavasi in ogni luogo siccome l'amico dei piccoli signori di cui doveva attraversare lo stato, e non manifestava altra mira ambiziosa, tranne quella di vendicare il fratello, e di castigare un atroce delitto; onde lungi d'essere trattenuto nel cammino, ingrossava l'armata con una folla di volontarj che si assoldavano sotto le sue bandiere27.
      Parve, gli è vero, che la Chiesa si disponesse a difendere un regno pel quale rifiutava di prendere le armi ogni principe secolare. Un legato del papa fermò a Foligno il re d'Ungheria, ingiungendogli di rinunciare ad ogni progetto di vendetta, dacchè il giudice deputato dalla santa Sede aveva di già puniti tutti i veri colpevoli, dichiarandogli in pari tempo che la sovranità di Napoli apparteneva alla chiesa; e che un cristiano doveva ricorrere al successore di san Pietro, non alle armi per far valere i suoi diritti sopra quel regno feudale. «Andate a dire al vostro santo padre, rispose Luigi, che più di duecento colpevoli rimangono ancora impuniti in quel regno che mi è dovuto per diritto ereditario. Penso, coll'ajuto di Dio, di farvi ben tosto miglior giustizia; e quando mi sarò posta la corona in capo, non rifiuterò alla chiesa l'omaggio ed il tributo da me dovutole. Se voi frattanto mi scomunicate, mi appellerò a Dio della vostra sentenza; egli è più grande del papa, e conosce la giustizia della causa28.»


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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