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      Dall'altro canto i Fiorentini, sebbene altamente biasimassero la condotta de' loro priori, vedevansi costretti a cingere d'assedio una città che sapevano vicina a darsi in mano dei Visconti. Per altro le loro milizie astenevansi dal recare danno ad antichi alleati, che attaccavano loro malgrado, ed i priori chiedevano caldamente che si entrasse in negoziazioni, onde colla mediazione di alcuni gentiluomini guelfi ottennero di stabilire un trattato fra le due repubbliche. La libertà della più debole fu mantenuta nella sua integrità; ma i Fiorentini ottennero di mettere guarnigione nella fortezza di Pistoja e nelle altre due fortezze di Serravalle e della Sambuca75. Alcune delle porte della Toscana parvero in tal modo chiuse al tiranno della Lombardia; ma altrove, rivoluzioni eccitate da' suoi maneggi in vicinanza di questa provincia gli aprivano nuove strade. Ovunque un usurpatore occupava il governo, il Visconti acquistava un alleato, e la repubblica un nemico. Ad Orvieto Benedetto Monaldeschi, che voleva appropriarsi il supremo potere, si assicurò preventivamente l'assistenza dell'arcivescovo di Milano; adunò in propria casa i suoi satelliti, e loro distribuì le armi; fece loro conoscere il segno dietro il quale dovevano recarsi in piazza, indi portossi in consiglio per abboccarsi con due de' suoi parenti, i Monaldi ed i Monaldeschi, che conosceva troppo incorrotti, per isperare che acconsentissero alla sua usurpazione. Quando fu terminato il consiglio li chiamò da banda, e, conducendoli innanzi alla propria casa, li fece assassinare sotto i suoi occhi.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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