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      Invano sforzavasi d'interessare i Fiorentini nella sua difesa; questi, sebbene temessero la vicinanza dei Visconti, volevano scrupolosamente osservare il trattato di pace che sussisteva tra di loro. Soltanto il legato lo soccorse quanto bastava perchè non cadesse, ma non per liberarlo; ed intanto gli andava insinuando di cedere alla chiesa una signoria che non poteva omai avere fondata speranza di difendere522.
      Per terminare le conquiste progettate dal cardinale Albornoz, la sola Bologna mancava agli stati della chiesa. Finchè il signore di questa città non aveva altri possedimenti, poteva il legato lusingarsi che tosto o tardi giugnerebbe l'istante di ridurla all'ubbidienza della santa chiesa; ma avrebbe dovuto rinunciare ad ogni speranza, se veniva in mano de' Visconti. Il legato voleva dunque approfittare del pericolo in cui trovavasi l'Oleggio per determinarlo a vendergli la sua sovranità, ma nello stesso tempo aveva bisogno dell'assenso del papa e della corte d'Avignone per fare un'intrapresa che poteva essere pericolosa. Albornoz spedì adunque ad Innocenzo VI per impegnarlo a far valere i diritti della chiesa sopra una città compresa, come quelle di Romagna, nelle donazioni degl'imperatori. Questo doppio negoziato coll'Oleggio e col papa non poteva tenersi segreto, e Barnabò Visconti, che n'ebbe avviso, si sforzò di sventarlo. Egli cercò con ricchi doni di guadagnare i suffragi de' cardinali, di modo che questi, divisi tra l'ambizione e l'avarizia, ora davano ora rivocavano l'assenso loro richiesto da Albornoz.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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